HELISKI – MANIITSOQ
Greenland
Viene chiamata terra/verde; è la nazione meno popolata della terra; un viaggio ai confini del mondo che mi ha letteralmente spiazzato, lasciato a bocca aperta e stregato nel momento del ritorno provando una sorta di sindrome di Stoccolma.
Tre gli aeroplani che si devono prendere con scalo e visita obbligatoria a Copenaghen, città delle biciclette e dei fiori, ma sarebbe riduttivo vederla solamente sotto questi aspetti/cliche’.
Una città giovane, portuale, affacciata sul mare , aperta e multietnica.
Si abbandona la civiltà quando si sale sul turboelica di air Greenland che assicura l’ultima tratta con atterraggio a Nuuk.
Da qui ci imbarchiamo sulla mitica nave Tulu; con ben 20 posti letto, cucina doccia calda e ogni confort, una rompighiaccio lenta ed inesorabile che ci permetterà di approdare nei fiordi.
Da qui la nostra avventura continua, siamo in quattro guide che si prenderanno cura a rotazione di 12 clienti, un elicottero a nostra disposizione per l’eliski.
Ad alcuni verrà da storcere il naso, un posto incontaminato e l’elicottero come mezzo di trasporto; forse non troppo green ma onestamente ci ha permesso di compiere e coprire tratte inimmaginabili , e se pensiamo a quante navi Costa solcano i nostri mari ogni giorno e notte i miei sensi di colpa Green si sono affievoliti velocemente.
In buon feeling fra le guide, degli ospiti disponibili, bravi tecnicamente hanno reso questa esperienza lavorativa una vacanza!
Anche nei momenti di brutto tempo il morale è’ stato alto mitigato dal c’è sempre qualcosa da fare e non siamo qui tutti i giorni: visite a seracchi e ghiacciai che precipitano nel mare, gare di pesca, aperitivi a suon di vino rosso e birra.
Mi sono mosso con i miei colleghi per garantire la sicurezza del gruppo facendo delle stratigrafie e cercando di capire come si comporti il fiocco perfetto si confini del mondo; fra una pellata ed un volo è’ stato emozionante e remunerativo.